domenica 4 novembre 2012

Pan Del Diavolo live dal Circolone di Legnano// Testo di Marti


All’inizio del live avevo una strana sensazione in corpo: avete presente quando vi viene voglia di urlare a perdifiato per strada? Oppure quando sentite il bisogno di correre fino a non avere più energie? O meglio, quando durante un temporale estivo vi viene voglia di ballare e cantare sotto la pioggia? Ecco, ieri al concerto del Pan del Diavolo mi sentivo esattamente così. Sono stata investita da una potenza sonora pazzesca, irruenta, che mi ha permesso di estraniarmi dal mondo reale per un’ora abbondante.

Il 3 Novembre 2012, al Circolone di Legnano, sul palco solo Gianluca, Alessandro, le loro chitarre e una grancassa. Nient’altro. Loro mi convincono sempre di più del fatto che “Less is More”: del sano rock, se suonato bene (come in questo caso, a mio avviso!), è più che sufficiente ad accendere il pubblico. Ebbene sì, la strumentazione è ridotta all’osso, quasi a parafrasare il titolo di questo loro debutto “Sono all’osso”

Iniziano con uno dei miei pezzi preferiti “Il Centauro”, con un sound che mi ricorda il Bluegrass americano, il mio piede tiene il tempo costantemente e non distolgo lo sguardo nemmeno un secondo dalle mani di Gianluca che armeggia al sua chitarra con una classe pazzesca.

Il suono del Pan del diavolo è stato ridotto “all’osso” proprio nei pezzi provenienti dal disco che porta quel nome, quando suonano "Pertanto" ad esempio, o il minuto e mezzo di "Bomba nel cuore", pezzo che possiede l’irruenza del punk, splendido momento anche se decisamente sempre troppo breve, ma che riempie fino ad avere la sensazione di una vera e propria esplosione dell’anima.
 
Delirio poderoso del pubblico durante le prime note di "Scimmia Urlatore". Susseguono altri pezzi come "Coltiverò l’ortica" davvero acclamatissima, "Blu Laguna", "Sono all’Osso" e "Università" il cui testo è un binocolo teso sull’incertezza del futuro e sulla mancanza di prospettive per noi giovani.
I ritmi rallentano un po’ con "Africa", e solo il titolo mi fa sobbalzare, vivo per 3 minuti in un flashback e torno alla mia estate in Etiopia, il mio film è accompagnato da splendide chitarre che mi fanno veramente commuovere. La bravura di Gianluca Bartolo alle chitarre e la presenza scenica di Pietro Alessandro Alosi fanno il resto.
Concludono in modalità soft con La differenza tra essere svegli e dormire ma subito dal pubblico un ragazzo urla “Elettrica!” e Alessandro non può che assecondare questa richiesta e utilizzando tutte le ultime energie rimaste in corpo suonano quest’ultimo pezzo che a mio avviso è tra i più belli!
Il risultato è un’ora di concerto in cui il piede batte e tiene il ritmo per tutto il tempo e il Pan del Diavolo non si è perso in inutili discorsi con il pubblico ma si è impegnato a farlo emozionare!
Questo per dire che potranno anche non piacere, ma una cosa è certa: sanno come tenere in pugno il loro pubblico per più di un’ora senza parlare, solo suonando la loro musica! Avanti così!!!!
                                                    Testo di Marti         

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